di Naike Cogliati
Si è da poco concluso l’annuale appuntamento con il Salone del Mobile 2015 tenutosi dal 14 al 19 aprile presso il polo fieristico di Milano Rho/Pero. Ogni anno di più questo evento dimostra l’impegno delle aziende e dei designer nel migliorare la nostra vita attraverso nuovi oggetti e dispositivi che tengono il passo con l’evoluzione continua delle esigenze delle persone, assecondando le tendenze verso la sostenibilità degli stili di vita, la tecnologia e la domotica, e adattando l’insorgenza di gusti sempre più specifici. Tanti prodotti che combinano ricerca e innovazione.
Tra i tanti esposti Madec ne ha scelti otto, in cui il materiale fa da protagonista, di seguito illustrati.
Venice Future di Breaking the Mould (AUT, Onida, Stellon) e Materiaterza (Costantini, Goglia, Tuberga, Reggiani) è una mostra in Ventura Lambrate a cura di Stefano Maffei in collaborazione con Tecnificio (Bolzan, Pirovano) e ospitata da Subalterno1 (Maffei, Gianni) che sperimenta la combinazione della ceramica stampata in 3d con il vetro soffiato. All’interno della prestigiosa fornace muranese Salviati sono stati fatti una serie di test controllati utilizzando la tecnica di soffiatura del vetro unita alla stampa 3d di pezzi identici tra loro in ceramica. La stampa 3d della ceramica permette di creare forme e intrecci impossibili da realizzare a mano, visivamente morbidi come se fossero fatti a maglia a partire da un unico sottile filo. Una tecnica che permette di dotare la ceramica di tattilità geometrica, studiata a priori, estrudendo automaticamente argilla e regolando da sola il flusso necessario per ogni parte dell’oggetto da stampare. Innovazione e tradizione si mescolano magistralmente dando origine a una nuova forma di artigianalità.
Mesh di Francisco Gomez Paz per Luceplan è una lampada a sospensione che scompone la luce nello spazio ispirandosi alle matematiche di Fibonacci, utili per spiegare molte forme naturali. La luce, emanata da 132 punti led incastonati nei nodi di una rete di cavi elettrici conduttori in acciaio armonico, forma una leggera nuvola sospesa. Ciascun punto luce, dal funzionamento indipendente e quindi gestibile anche autonomamente, è disposto in maniera da ottimizzare perfettamente la diffusione della luce nell’ambiente. La leggera maglia che unisce i punti luminosi è invisibile a luce accesa, per poi riapparire a luce spenta.
Ambio di Teresa Van Dongen, inserita nella mostra Need – When design empowers human potential a Ventura Lambrate, è una sperimentazione di una nuova forma di luce che sfrutta il fenomeno di luminescenza di alcuni microrganismi marini che emettono luce ogni volta che un’onda conferisce loro ossigeno. Si tratta di una vera e propria installazione bioluminescente che ricorda quella magica incandescenza blu che caratterizza alcuni oceani. Ambio è costituita da un tubo di vetro, riempito per metà con questo liquido a base di acqua marina contenente fotobatteri isolati dal polpo, bilanciato da due pesi. L’oscillazione del tubo permette di simulare l’andamento delle onde e di conseguenza lo spettacolare fenomeno luminoso, visibile al buio.
Project Egg di Michiel Van Der Kley è la realizzazione, esposta a Ventura Lambrate, di una struttura ellissoidale irregolare, che misura circa 5x4x3 metri, composta da 4760 pezzi, detti “pietre”, tutti diversi tra loro, simili a mattoni forati, prodotti in PLA biodegradabile mediante stampa 3D, e composti seguendo un preciso ordine per formare un grande guscio flessibile. I pezzi sono tra loro fissati tramite viti esagonali. Project Egg è anche un progetto di condivisione e co-creazione nel quale ogni membro della comunità, facente parte di una sorta di fabbrica, è invitato a stampare un elemento. Per chi lo ritiene interessante è anche prevista l’adozione di una “pietra” che permetterà anch’essa di realizzare il progetto. Rappresenta senza dubbio un nuovo modo di produrre coinvolgendo attivamente ciascun partecipante.
Bioplastic Fantastic di Johanna Schmeer, visibile nella mostra Need – When design empowers human potential a Ventura Lambrate, si può tradurre nello studio di piccoli dispositivi casalinghi per la produzione di cibi, indispensabili per la sopravvivenza dell’essere umano (quali acqua, vitamine, fibre, zuccheri, grasso, proteine e minerali), grazie all’interazione delle bioplastiche con gli enzimi durante un processo di fotosintesi artificiale (per esposizione alla luce). Sono i batteri stessi a dare forma ai sette dispositivi biologici, che provvedono al nostro fabbisogno alimentare, simulando ed enfatizzando la loro analoga funzione nella natura. Materiale fotosintetico caricato con Caulobacter Crescentus, cyanobatteri, acido lattico, Rhodococcus e batterio gluconace-xylinus produce nell’ordine proteine, vitamine, zucchero, grassi e fiocchi di fibre. Bioplastic Fantastic si pone come chiaro esempio di alimentazione futuribile ottenibile dalla combinazione di innovazione materica e nanotecnologia.
Materiall di Jared Deery and Mikkel Hansen, in mostra a Ventura Lambrate, nasce a Brooklyn come progetto di riqualificazione dei rifiuti in accessori in pelle e diventa successivamente un’azienda artigianale che trasforma materiale di recupero in oggetti di design di grande qualità. Tutto può essere impiegabile, dagli scarti di mongolfiere, alle scatole di gioielli, alla pelliccia di pecora, alle corde per saltare, agli ombrelli, e via dicendo. Si tratta di una linea di prodotti, per la vita quotidiana, rivolta a un utente attento ai dettagli e squisitamente sofisticato. Tutto ciò che è stato dimenticato, tramite questo processo di ricomposizione, riacquista senso, dignità e soprattutto nuova bellezza. Materiall ha principalmente due linee di produzione: Editions tratta oggetti ludici e concettuali, è realizzata in edizione limitata a Brooklyn, mentre Essentials comprende oggetti più utilitaristici ed è prodotta a Parigi. Forniscono, in poche parole, un’idea originale di funzionamento dell’azienda, suggerendo un modo nuovo di accedere ai materiali.
Loop di Markus Johansson Design, esposta al Salone Satellite, si basa sulla logica considerazione che la linea retta è il percorso più breve che collega due punti distanti tra loro ma raramente si tratta di quello che desta più interesse. Utilizza la vetroresina rinforzata, un materiale che può essere facilmente modellato in forme complesse, che si presta a tradurre la sedia in uno schizzo tridimensionale, come fosse prodotto direttamente dal pensiero. La resina viene colata in uno stampo ricavato da un modello stampato in 3D in scala 1:1 e infine verniciata a spruzzo. Una sedia leggerissima, suggestiva, ludica, derivante dalla fantasia ma anche molto funzionale: è infatti impilabile, confortevole, di lunga durata, resistente agli agenti atmosferici esterni, facile da pulire e adatta sia per gli interni che per gli ambienti esterni.
La collezione Smart Matter per Clique progettata da Claudio Larcher e Filippo Protasoni ed esposta ad Euroluce e Ventura Lambrate esprime il desiderio di unire due mondi diametralmente opposti, quello dei materiali legati alla tradizione e all’artigianato italiano e quello dei dispositivi elettrici ed elettronici. Piccoli oggetti curati nel dettaglio, dal corpo in marmo di Carrara (di MGI – Marmi e Graniti d’Italia Sicilmarmi) e dal cuore tecno-robotico (di T&D Robotics). Ogni dispositivo dall’apparente unimaterialità cela al suo interno una particolare tecnologia, dall’illuminazione a LED, al wifi, agli speaker bluetooth a seconda della sua funzione. Accompagnati da dettagli in sughero e legno di faggio, vestono in modo classico ed elegante la componente elettrica sfruttando la trasparenza del marmo grazie al suo ridotto spessore.
La geniale semplicità, a volte poetica altre volte scenografica, si conferma protagonista assoluta!